Quanti modi di panificare nel mondo: Horsebread (Inghilterra)

Horsebread  (pane del cavallo)
 
Un giorno la nostra Cuochina, guardando l'Atlante Geografico, è venuta fuori con una domanda da 100 punti: "Chissà com'è fatto il pane qua!" Puntando con l'indice un posto imprecisato dell'Atlante Geografico. Allora noi, le collaboratrici di sempre, siamo andate nel web alla ricerca di lievitati di altri Mondi, trovato tante ricette, lingue sconosciute che abbiamo tradotto col traduttore Google (col rischio di aver capito fischi per fiaschi) e quindi rifatte attingendo anche alle nostre conoscenze acquisite con i lievitati.
Abbiamo aderito al progetto della Cuochina sia per il nostro personale piacere che per rendere partecipi le nostre amiche cuochine che ci seguono nelle nostre scorribande culinaria da anni e anni, dell'esistenza di tantissimi modi di panificare.

Nota per chi fosse tentato/a di cimentarsi: Facendoci pervenire la foto ed il link del lievitato rifatto, provvederemo ad inserire questi dati al fondo della ricetta stessa.
Siamo liete di presentare quanto da noi trovato e replicato al meglio delle nostre possibilità

Oggi presentiamo:
Horsebread
(pane del cavallo)

Horsebread è un pane ideato per alimentare i cavalli sin dal 1350 e fino a tempi abbastanza recenti (almeno fino al 1800). E' stato menzionato in The Horse in Medieval England.
Era un tipo di pane che veniva consumato anche dalle persone nel periodo medievale in Europa. Questo pane era, all'epoca, considerato un pane di bassa qualità fatto con legumi (come i piselli secchi spezzettati), crusca e ghiande macinate al posto di cereali quali l'avena, il mais e semi, era uno dei pani più economici disponibili. Inizialmente, come suggerisce il nome, presumibilmente era adatto solo per darlo da mangiare ai cavalli, ma per molte delle persone più povere, così come in tempi di carestia, questo pane era un buon sostentamento. Era associato alla povertà - poiché coloro che potevano permettersi il pane bianco (che era il pane più laborioso e quindi costoso) considerava il pane del cavallo, ma anche il pane di segale o d'orzo, inadatti alla loro posizione sociale.
I pani bianchi erano generalmente mangiati solo dalla classe media e dai ricchi, a causa della manodopera necessaria per raffinare la farina.

Questo è in contrasto con i moderni pani integrali, che sono visti come cibi salutari a prezzi premium o cibi gourmet. Questo è in parte dovuto al fatto che la farina moderna ha un contenuto di glutine più elevato rispetto alla farina prodotta nell'Europa medievale, quindi il pane fatto con farina meno raffinata è più appetibile di quanto sarebbe stato durante il Medioevo (Tratto da Wikipedia).
Noi eravamo molto incuriositi da questo pane e, grazie alle possibilità che offre Internet, abbiamo preso spunto da vari blog, ma più che altro da questo.
E' un pane che ha bisogno di molto tempo per la sua elaborazione, in tutto, a dir poco, ci vogliono circa 2 giorni, ma ne è valsa la pena. E un pane molto buono e profumato. Può accompagnare qualsiasi tipo di pietanza.

Ingredienti
50 g di orzo perlato
100 g di piselli gialli essiccati e spezzettati
200 g di lievito naturale attivo
450 g di farine integrali miste
50 g di farina di ceci
10 g di sale
300 ml di acqua

Preparazione

Preparazione dei cereali: Nella serata, lavare i piselli gialli essiccati e spezzettati e metterli in una ciotola di medie dimensioni. Coprire con acqua e lasciare in ammollo per 24 ore. Separatamente, fare la stessa cosa con l'orzo perlato. Durante le 24 ore sciacquare, almeno 3 volte, sia i piselli che l'orzo ed aggiungere dell'altra acqua.

Preparazione del lievito naturale: La mattina successiva, rinfrescare 50 g di licoli con 50 ml di acqua e 50 g di farina di forza e far lievitare. Dopo 6 ore circa, se è raddoppiato, prelevarne 40 g e mescolare con 70 ml di acqua e 90 g di farina di forza e far raddoppiare.

Impasto: Quando il lievito naturale è raddoppiato, mescolarlo con le farine, il sale e l'acqua e formare un impasto sostenuto ed umido. Metterlo in una ciotola appena unta, coprire con pellicola per alimenti ed un canovaccio e far riposare per almeno 3 ore. 

Nel frattempo, travasare in un colino sia i piselli spezzettati che l'orzo perlato e far sgocciolare per 30 minuti circa. Tritarli grosolanamente con un robot da cucina e tenere da parte. 

Impasto finale: Nella mattinata, trasferire nel boccale della planetaria i piselli e l'orzo e l'impasto ed aggiungere, se necessario, altra farina extra in modo che si formi un impasto lavorabile. Formare una pagnotta, metterla in una ciotola leggermente unta, coprire con pellicola per alimenti e canovaccio e tenere in luogo caldo.

Nel primo pomeriggio: Foderare con carta forno un cestino da lievitazione, infarinare e travasare l'impasto. Lasciar lievitare fino a sera (non meno di 6 ore). Preriscaldare il forno a 250°C con dentro la leccarda. Quando il forno è a temperatura, rimuovere la leccarda bollente e travasarci la pagnotta con tutta la carta forno. Spolverare di farina ed incidere la pagnotta con una lametta. 
Cuocere per 60 minuti circa.
Trasferire il pane su una gratella per far raffreddare. 
 
E' ottimo affettato, tostato e spalmato di burro o confetture varie. E' veramente buono!
 

 

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Lista completa dei pani del mondo
(Qui prima pagina) (Qui seconda pagina)
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