Pani nel mondo: Struan Micheil (Scozia)

Un giorno la nostra Cuochina (la mascotte di questo blog), guardando l'Atlante Geografico, è venuta fuori con una domanda da 100 punti: "Chissà com'è fatto il pane qua!" Puntando con l'indice un posto imprecisato dell'Atlante Geografico. Allora noi: Anna, Ornella e Nadia, le collaboratrici di sempre, siamo andate nel web alla ricerca di lievitati di altri "Mondi", trovato tante ricette, lingue sconosciute che abbiamo tradotto col traduttore Google (col rischio di aver capito fischi per fiaschi) e quindi rifatte attingendo anche alle nostre conoscenze acquisite con i lievitati. 
Noi ci siamo divertite molto sia a cercare che a realizzare alcune delle innumerevoli ricette che invadono il web.
 
Nota per chi fosse tentato/a di cimentarsi: Facendoci pervenire la foto ed il link del lievitato rifatto, provvederemo ad inserire questi dati al fondo della ricetta stessa.


Siamo liete di presentare quanto da noi trovato e replicato al meglio delle nostre possibilità

Oggi presentiamo: 
Struan Micheil (Scozia)
La vigilia della festa di San Michele Arcangelo (che cade il 29 settembre), nella Scozia occidentale si svolgeva una meravigliosa usanza: in ogni famiglia si cuocevano pani chiamati Struan Micheil, fatti con parte dei diversi cereali raccolti durante l'anno. Di solito, era la figlia maggiore che, sotto l'occhio vigile della madre, cuoceva questi pani.
Venivano realizzati Struan grandi per la comunità e piccoli per ogni membro della famiglia. Lo struan veniva preparato la sera precedente alla celebrazione della festa di San Michele (appunto, la vigilia), per poter essere benedetto da un sacerdote la mattina della festa. I pani benedetti, che prendevano il nome della famiglia e degli amici defunti, venivano poi donati ai poveri. Tutti cantavano un'invocazione a San Michele, custode delle messi, e una lode a Dio per ricevere sempre la Sua benedizione.
L'usanza di cuocere un pane o una torta speciale, chiamato Sruthan Mhìcheil, alla vigilia della festa di San Michele Arcangelo, probabilmente ebbe origine nelle Ebridi, forse sull'isola di Skye (in quest'isola c'è un posto chiamato Struanmoor). Il pane era fatto con parti uguali di orzo, avena e segale senza l'utilizzo di attrezzi metallici. Questa usanza è arrivata fino all'isola esterna di Lewis, dove la tradizione del pane benedetto  di San Michele è probabilmente sopravvissuta più a lungo. 
Dello Struan come veniva realizzato tanto tempo fa si sono perse le tracce nella prima parte del secolo scorso. La perdita più grande è del rito stesso: la consacrazione di un simbolo qual è il raccolto, l'alternanza dei prodotti di una terra fertile durante un intero anno, il non offrire una piccola parte di quanto ricavato per una benedizione, che è un altro simbolo nella grande catena dei simboli.
Struan non è semplicemente pane: rappresenta l'essenza del pane, che è una delle grandi analogie della vita stessa. (Notizie e ricetta da questo sito)
Questa ricetta moderna sembra sia stata tratta da Brother Juniper's Bread Book: Slow Rise As Method and Metaphor, di fr. Peter Reinhart, Addison-Wesley Publishers, pp.47-48.

Ingredienti
330 g di farina per pane (farina di forza)
20 g di farina di mais grossolana
15 g di fiocchi d'avena
10 g di crusca di frumento
30 g di zucchero di canna integrale
5 g di sale
1 g di lievito secco attivo
40 g di riso integrale cotto
15 g di miele
70 ml di latticello
150 ml circa di acqua tiepida
1 cucchiaio di semi di papavero (per la parte superiore), opzional


Impasto
In una ciotola mescolare tutti gli ingredienti secchi, compreso il sale e il lievito. Strofinare con gli ingredienti secchi il riso integrale cotto, per separare i chicchi, aggiungere nella ciotola anche il miele ed il latticello e mescolare. 
 
Quindi aggiungere l'acqua tiepida. Con le mani schiacciare gli ingredienti fino a formare una palla. Cospargere con un po' di farina il piano lavoro, travasare la palla ed impastare per circa quindici minuti, se si impasta a mano.
L'impasto finito dovrebbe essere leggermente appiccicoso, dorato ed elastico. Quando si tocca l'impasto con le mani, dovrebbe cedere ma non strapparsi. Se si sfalda o si sbriciola, aggiungere ancora un po' d'acqua.

Lievitazione
Trasferire l'impasto in una ciotola leggermente unta, coprire con un canovaccio umido, oppure inserire la ciotola in un sacchetto di plastica.
 
Lasciare lievitare l'impasto in un luogo caldo fino a quando non sarà raddoppiato di volume (potrebbe volerci una o due ore, a seconda della temperatura).
Con questo impasto si può realizzare un rotolo ma anche dei panini. Allungare a forma di pagnotta,  arrotolando la pasta su se stessa fino a formare un rotolo.
 
Trasferire il rotolo in uno stampo da pluncake (dimensione dello stampo: 22cm x 10cm x 9cm di altezza) rivestita da carta forno oppure unta con lo "staccante per teglie" (per fare lo staccante per teglie: mescolare con un frullino a mano un cucchiaio di burro morbido, uno di farina ed uno di olio di semi, spennellare sul fondo e sui bordi dello stampo). 
Spruzzare la parte superiore con acqua e cospargere con i semi di papavero (opzional). 
 
Coprire e lasciare lievitare l'impasto finché non superi il bordo dello stampo. Preriscaldato il forno a 210°C e cuocere per 10 minuti, diminuire la temperatura a 190°C e continuare a cuocere per altri 30-40 minuti. 
 
La pagnotta dovrebbe avere un bel color oro scuro. I lati e il fondo dovrebbero essere di un marrone dorato medio uniforme e si dovrebbe sentire un suono (o tonfo) quando si batte sul fondo della pagnotta. 
Se il pane esce dallo stampo scuro in alto ma troppo chiaro o morbido sui lati o sul fondo, togliere la pagnotta dallo stampo, rimetterla nel forno a dorare su tutti i lati. Tenere presente che il pane cuocerà molto più velocemente una volta rimosso dallo stampo, quindi controllarlo perché non si bruci. Lasciare raffreddare bene il pane per almeno 40 minuti prima di affettarlo.
 

Affettato e leggermente tostato è ottimo sia con burro che con marmellata, ma anche con entrambi, oltre che con formaggio, insalata verde e pomodoro.


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Lista completa dei pani del mondo
(Qui prima pagina) (Qui seconda pagina)
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