Pani nel mondo: Streptikos Artos - Pane intrecciato (antica Roma)
Un giorno
la nostra Cuochina (la mascotte di questo blog), guardando l'Atlante
Geografico, è venuta fuori con una domanda da 100 punti: "Chissà com'è
fatto il pane qua!" Puntando con l'indice un posto imprecisato
dell'Atlante Geografico. Allora noi:
Anna, Ornella e Nadia, le collaboratrici di sempre, siamo andate nel
web alla ricerca di lievitati di altri "Mondi", trovato tante ricette,
lingue sconosciute che abbiamo tradotto col traduttore Google (col
rischio di aver capito fischi per fiaschi) e quindi rifatte attingendo
anche alle nostre conoscenze acquisite con i lievitati.
Noi ci siamo divertite molto sia a cercare che a realizzare alcune delle innumerevoli ricette che invadono il web.
Nota
per chi fosse tentato/a di cimentarsi: Facendoci pervenire la foto ed
il link del lievitato rifatto, provvederemo ad inserire questi dati al
fondo della ricetta stessa.
Siamo liete di presentare quanto da noi trovato e replicato al meglio delle nostre possibilità
Oggi presentiamo:
Streptikos Artos
Pane intrecciato (antica Roma)
I greci sono stati i primi a saper fare un facile Streptikos Artos (pane intrecciato), gustoso e croccante. Ma è stato anche preparato in epoca romana, impastato con latte e olio (mentre i greci usavano lo strutto), ma non si sa in quale forma, e la tal cosa è difficile da appurare.
In questo pane c'è del pepe che lo rende molto profumato e, nonostante il pepe, è buonissimo anche irrorato di miele.
In questo pane c'è del pepe che lo rende molto profumato e, nonostante il pepe, è buonissimo anche irrorato di miele.
I romani hanno dovuto sostituire lo strutto con l'olio d'oliva, e questo sottolinea la difficoltà e la natura incerta dell'approvvigionamento alimentare prima dell'era moderna.
Ci sono due motivi per capire il perché dell'utilizzo del latte di capra in questa e in altre ricette: il primo è la predominanza delle capre sulle mucche in epoca romana, in particolare nelle terre intorno al Mediterraneo; il secondo è il gusto, la sapidità di questo latte che conferisce il giusto sapore all'impasto.
Ci sono due motivi per capire il perché dell'utilizzo del latte di capra in questa e in altre ricette: il primo è la predominanza delle capre sulle mucche in epoca romana, in particolare nelle terre intorno al Mediterraneo; il secondo è il gusto, la sapidità di questo latte che conferisce il giusto sapore all'impasto.
Anche questo pane è riportato nella raccolta Deipnosophistae scritta da Ateneo di Naucratis nella quale ci sono numerose descrizioni dei pasti del periodo romano, ma in questo caso le notizie ci arrivano da Marco Gavio Apicio (è stato un gastronomo, cuoco e
scrittore romano vissuto a cavallo fra il I secolo a.C. e il I secolo
d.C. I suoi scritti costituiscono la principale fonte di quanto si sa della cucina
dell'epoca romana).
(Notizie e ricetta elaborate da questo sito)
200 ml di latte vaccino (in origine di capra o di pecora)
60 ml di olio d'oliva (in origine strutto)
1 cucchiaino di pepe macinato
1 albume
60 ml di olio d'oliva (in origine strutto)
1 cucchiaino di pepe macinato
1 albume
Preparazione
In una ciotola, sciogliere il lievito di birra sbricciolato nell'acqua tiepida (dovrebbe essere alla temperatura corporea).
In una ciotola capiente mescolare insieme la farina, il latte, l'olio d'oliva, il pepe ed il lievito sciolto nell'acqua.
In una ciotola capiente mescolare insieme la farina, il latte, l'olio d'oliva, il pepe ed il lievito sciolto nell'acqua.
Impastare a lungo fino a quando l'impasto diventa sodo al tatto.
Arrotondare e travasare in una ciotola leggermente unta d'olio, coprire con un canovaccio e lasciare riposare in un luogo tiepido affinché l'impasto lieviti.
Una volta che è lievitato, procedere con knock it back (col pugno rimuovere parte dell'aria e fare delle pieghe) e, quindi, rovesciare l'impasto su un piano di lavoro leggermente infarinato ed impastare bene.
Una volta che è lievitato, procedere con knock it back (col pugno rimuovere parte dell'aria e fare delle pieghe) e, quindi, rovesciare l'impasto su un piano di lavoro leggermente infarinato ed impastare bene.
Dividere l'impasto in tre parti uguali ed allungare ogni parte formando dei bastoncini lunghi circa 30 cm. Unire in alto le estremità dei tre bastoncini e formare una treccia sovrapponendo, alternativamente, il bastoncino sinistro e poi il destro sul bastoncino centrale. Di tanto in tanto schiacciare delicatamente il centro della treccia per evitare che la pagnotta si rompa durante la cottura.
Sollevare delicatamente la treccia e posizionarla al centro di una teglia ricoperta da carta forno. Coprire con un canovaccio e lasciar lievitare nuovamente per circa un'ora e mezza.
Una volta lievitata, glassare delicatamente la treccia spennellandola con l'albume sbattuto e far cuocere in forno preriscaldato a 200°C per circa 40 minuti.
Una volta lievitata, glassare delicatamente la treccia spennellandola con l'albume sbattuto e far cuocere in forno preriscaldato a 200°C per circa 40 minuti.
Ecco la treccia in tutto il suo splendore. Il pepe gli conferisce un profumo eccezionale.
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