Pani nel mondo: Ciambelle di segale della Valtellina (Italia)
Un
giorno la nostra Cuochina (la mascotte di questo blog), guardando
l'Atlante Geografico, è venuta fuori con una domanda da 100 punti:
"Chissà com'è fatto il pane qua!" Puntando con l'indice un posto
imprecisato dell'Atlante Geografico. Allora noi:
Anna, Ornella e Nadia, le collaboratrici di sempre, siamo andate nel
web alla ricerca di lievitati di altri "Mondi", trovato tante ricette,
lingue sconosciute che abbiamo tradotto col traduttore Google (col
rischio di aver capito fischi per fiaschi) e quindi rifatte attingendo
anche alle nostre conoscenze acquisite con i lievitati.
Noi ci siamo divertite molto sia a cercare che a realizzare alcune delle innumerevoli ricette che invadono il web.
Noi ci siamo divertite molto sia a cercare che a realizzare alcune delle innumerevoli ricette che invadono il web.
Nota
per chi fosse tentato/a di cimentarsi: Facendoci pervenire la foto ed
il link del lievitato rifatto, provvederemo ad inserire questi dati al
fondo della ricetta stessa.
Oggi presentiamo:
Questo pane di segale, pane nero o "pane dei poveri" come è spesso nominato, è un particolare tipo di pane fatto con farina di segale e viene tutt'oggi consumato in tutta la Valtellina. Pane che ha mantenuto, nel corso dei secoli, le stesse caratteristiche di quello di una volta: una ciambella prodotta con 2/3 di farina di segale e 1/3 di farina di grano, nel rispetto della tradizione Valtellinese, dal diametro di 15/20 cm, croccante e di lunga durata.
La tecnica più diffusa per dare la forma alla ciambelle è quella di far rotolare con i palmi delle mani un pezzo di pasta per ottenere un salsicciotto lungo circa 30 cm. Questo viene arrotondato per poi congiungere gli estremi premendoli uno sopra l'altro, in modo da formare una ciambella.
La segale (nelle forme dialettali valtellinesi più diffuse ségêl o blá) è un cereale buono, salubre e digeribile, dalle molteplici proprietà nutrizionali.
Questo cereale ha una storia antichissima. Si ritiene che fosse conosciuto in Valtellina già nel periodo compreso tra l’Età del Rame e l’Età del Bronzo. La coltivazione della segale fu praticata in Valle per molti secoli, grazie alla particolare adattabilità di questa pianta ai climi freddi, agli sbalzi termici e ai terreni poveri.
Risale agli anni Quaranta del secolo scorso l’abbandono delle colture cerealicole e la fine di un mestiere praticato per secoli. Un tramonto che segnò una mutazione antropologica e paesaggistica del territorio. (Notizie tratte da questo sito)
La tecnica più diffusa per dare la forma alla ciambelle è quella di far rotolare con i palmi delle mani un pezzo di pasta per ottenere un salsicciotto lungo circa 30 cm. Questo viene arrotondato per poi congiungere gli estremi premendoli uno sopra l'altro, in modo da formare una ciambella.
La segale (nelle forme dialettali valtellinesi più diffuse ségêl o blá) è un cereale buono, salubre e digeribile, dalle molteplici proprietà nutrizionali.
Questo cereale ha una storia antichissima. Si ritiene che fosse conosciuto in Valtellina già nel periodo compreso tra l’Età del Rame e l’Età del Bronzo. La coltivazione della segale fu praticata in Valle per molti secoli, grazie alla particolare adattabilità di questa pianta ai climi freddi, agli sbalzi termici e ai terreni poveri.
Risale agli anni Quaranta del secolo scorso l’abbandono delle colture cerealicole e la fine di un mestiere praticato per secoli. Un tramonto che segnò una mutazione antropologica e paesaggistica del territorio. (Notizie tratte da questo sito)
Ingredienti
700 g segale integrale
300 g farina tipo 2, semi integrale
300 g licoli
600 g acqua a 35 gradi
20 g sale
Procedimento
In una ciotola capiente unire le farine con il sale, aggiungere l’acqua e per ultimo licoli e mescolare bene con una frusta o un cucchiaio.
Quando tutto è amalgamato, mettere sul piano lavoro ed impastare ancora un poco, quindi formare una palla e mettere in un contenitore oliato.
Far raddoppiare (a noi ha impiegato circa 6 ore a 20°C).
Dividere in 9 pezzi da 200 g e senza sgonfiare troppo l'impasto, fare dei salsicciotti ed unire ad anello, mettere in una teglia rivestita da carta forno, coprire con pellicola ed un canovaccio e lasciar lievitare per circa 2 ore e mezza a 20°C.
Cuocere in forno preriscaldato a 200°C per circa 20 minuti o fino a doratura.
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